PEGNO D’AMORE – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Sei seduta sulla panca

chissà da quanto

in mezzo ad un’aiola

sorgente di giovani steli.

 

Al tuo roseo viso

mi volgo umilmente

chiedo udienza

come si fa con una dea.

 

Mi guardi dolcemente

mentre ti lascio

in pegno d’amore

versi devastanti l’oblio.

 

04.08.2015 Ciro Sorrentino

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