Il mare di Siponto
Il mare di Siponto
Che bello il mio andirivieni
sulla amena spiaggia
della mia terra,
il deflusso dell’acqua
del possente mare,
si infrange dolcemente sui
granelli di sabbia ammassati su
una riva piatta e accogliente.
Il suo trasporto è pieno
di variopinte cose e piccoli esseri
che velocemente
rifuggono verso il mare,
intimoriti dalla mia presenza,
sorrido a fior di labbra consapevole
della loro ansiosa paura.
Poi conchiglie vuote e dalle
forme più bizzarre,
pezzi di reti con grossi
sugheri colorati e resti di masserizie
dono degli ingrati umani.
I grossi e audaci gabbiani con
sortite eleganti e placide portano
via quel che occorre loro dal
recesso del mare,
e il loro stridio lo ringrazia
del generoso bottino.
Ma quel che mi attira
è una bottiglia,
celeste dal bianco contenuto,
son umidi fogli ingialliti,
vi è dello scritto,
con gran ansia ne leggo
il contenuto che così recita:
“ Sono un uomo fortunato,
finalmente ad un passo
dalla fine della mia vita
ho svelato uno dei segreti
dell’esistenza e dei suoi risvolti,
ebbene la silenziosità è il suo dono,
egli ti conforta,
non inganna, e quando parli
non interrompe mai, resta taciturno
e non si inquieta
quando parli di te dei tuoi mali,
non racconta di se per
alleviare i tuoi dolori e le tue ansie,
silenzioso e accondiscende
ode e acconsente,
e il suo muto fragore ti esorta
e incoraggia,
imperterrito non dice,
ascolta solo, il taciturno silenzio “.
( scritto trovato in una bottiglia a Siponto nel 2001 )
CIRO SORRENTINO Scrive:
SUGGESTIVA L’APERTURA: QUESTO PASSEGGIARE “SULL’AMENA SPIAGGIA” MENTRE LE DOLCI CORRENTI DEL MARE RINFRESCANO LA RIVA ARSA DAL SOLE.
ATTRAENTE L’IMMAGINE DEI “PICCOLI ESSERI” CHE VELOCEMENTE CERCANO IL LORO AMBIENTE NATURALE L’ACQUA, PURIFICATRICE E FONTE DI SALVEZZA.
POTREMMO CHIEDERCI SALVEZZA DA COSA?
MA SICURAMENTE DA QUEI “RESTI DI MASSERIZIE DONO DEGLI INGRATI UMANI”.
IN QUESTO LUOGO POETICO SI AVVERTE LA CONSAPEVOLEZZA DELL’AUTORE CHE QUEGLI ESSERI, E LUI STESSO, FUGGONO LONTANO DALLA REALTÀ IMBRUTTITA DAGLI UOMINI.
SU TALE MOMENTO DI RIFLESSIONE INTERVIENE IL VOLO DEI GABBIANI CHE SONO RAPPRESENTAZIONE E SIMBOLO DI UN VIAGGIO VERSO L’ALTROVE, DOVE CONSERVARE E CONSUMARE QUELLO CHE DI BUONO LA TERRESTRE VITA OFFRE LORO.
SIGNIFICATIVO INFINE IL SIMBOLO DEL MESSAGGIO TRA LE ONDE, CONSERVATO IN UNA BOTTIGLIA CHE GIUNGE CHISSÀ DA CHI (MA CERTAMENTE DA QUALCUN ALTRO CHE HA CONDIVISO I PENSIERI DEL POETA).
QUELLA BOTTIGLIA GIUNGE COME DA UN TEMPO SCONOSCIUTO, E PUR TUTTAVIA RECA UNA VERITÀ INCONFUTABILE, UN ASSIOMA CHE RICONOSCE AL “SILENZIO” IL TRAMITE PER IMMERGERSI NEGLI ARCANI DELL’UNIVERSO E DI ASSIMILARSI AD ESSI, FINO A PERCEPIRNE IL DOLCE RICHIAMO E IL RIPARO.
UNO SCRITTO DAVVERO PARTICOLARE, SUGGESTIVO E MIRACOLISTICO INSIEME, VERSI SCRITTI CON INTELLIGENZA E ANTICA SAGGEZZA.
A PRESTO, FRATELLO.
CIRO SORRENTINO
Feola Raffaele Scrive:
Grazie amico mio è un privilegio essere recensiti da te,
maestro di vita e poeta, il mio poeta. Ciao fratello sii felice.
Lele Feola