Gli indegni
Volli esser l‘uomo del destino,
non fui che ombra in un mondo di luce,
volli esser vita ma divenni silenzio,
che gioia nel sapere
che il nulla mi è dovuto,
ciò mi rende
saggio e incosapevole
in questa folle esistenza.
Un mondo oscuro e triste,
ove sciami di esseri senza volto,
svolazzano
da un cuore all’altro carpendone
delizie e speranze,
mai fu più vile colui che
lacera anime e
soffoca il respiro
di giovani corpi che
cercano luce e vita.
La notte porta
silenzio e fruscii,
le stelle son nascoste
da nubi oscure,
e strane nebbie trasformano
alberi in mostri
dilaganti e minacciosi,
con lunghe braccia e cosparso
da mille occhi ostili.
Che le giovani vite
siano amanti di se stesse,
abbiano compassione
dei loro cari
e siano rispettose verso
le proprie virtù,
il tempo dei rimpianti
è lungo e doloroso.