Quello che fu amore.

 

Quello che fu amore

 

Che possa tal destino divenir generoso

con colei che ebbe l’ardir e l’audacia

di essere ciò che non dovea,

comprensiva e paziente verso

un ingrato uomo e un incerto futuro.

 

 

L’ amor per il cruento suo sposo

si adombrò quando costui

in nome di  un insano affetto,

l’abbandonò  ad una

misera e angosciante solitudine,

avendo egli,

imboccato nuove strade,

di incerta  felicità col

mistificante amor di un’ altra donna,

vile e decisa, come può esserlo solo

una vorace predatrice di felicità altrui.

 

 

Mesi e stagioni trascorsero e

il malcapitato cuor della dolce donna 

era ormai rassegnato

al più triste dei dolori,

quello dell’ infausta solitudine.

 

 

IL lancinante è doloroso silenzio,

complice involontario di

momenti  felici

che tal donna ebbe a vivere,

par  quasi  or

 divenir ossequioso

innanzi a

tale composta e

rassegnata malinconia.

 

 

Giorni e giorni tutti uguali,

e  le serate di quel freddo inverno

parean essere eterne,

ma che fare, come vivere,

” non posso, non devo “

si ripeteva continuamente e

strani sussulti scuotevan il suo corpo, 

da tempo trascurato e

poco avvezzo a

mostrarsi esuberante e fascinoso

come era solito fare quando il suo

perfido amante la circuiva con

ingannevoli abbracci.

  

 

Giunse il giorno del commiato,

una splendida sera,

con un cielo tempestato

di gemme preziose e di inebrianti luci,

la triste donna 

nel cercare di afferrare

la seppur lontana luna,

precipitò nel vuoto.

 

 

Ella voleva donarla a colui che amava,

ma il suo sogno ebbe fine.

 

 

Per molte notti le stelle smisero

misteriosamente di rifulgere e

mai si seppe il perchè.

 

Raffaele Feola Balsamo. 

 

This entry was posted on giovedì, ottobre 31st, 2013 at 13:38 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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