Il vento e l’attesa
Come penose anime
rincorriamo il vento e
fra mille urla nel silenzio
di una folle notte,
senza stelle e senza luci,
fuggiamo dall’infame
ed ingiusto destino.
Avverso e oltraggioso
è il nostro futuro,
le nostre labbra si fan dure,
gli occhi senza pupille
spingono le nostre mani a cercarsi,
ma l’invisibile non ha corpo,
paura ed amore
si avvicendano con disinvolto alternarsi,
e strani sapori di
un amaro nettare tormentano
il fine palato
di chi credeva di possedere l’amore,
ma altri non era
che l’illusione di due anime
perse nel vuoto di un
baratro senza fine.
Non temere amore,
la fine di qualcosa
è sempre l’inizio di altro,
è le mie mani sporche di
fede e di amara rassegnazione,
saranno dolci
nel toccare il tuo volto,
sapranno aspettare,
tu sei è sarai la luce
nell’angustiante
buio della mia vita.
Guai al cieco che non vuol vedere,
triste il sordo che non ascolta o
il loquace che non parla,
la vita sfugge
ad essi con lenta agonia e
il rimpianto sarà irremovibile,
ora non mi resta che
raccogliere le ceneri di un amore arso
nel fuoco della passione e
spargerle
nel vento della speranza e dell’attesa.