La taverna

Osservo con mesto silenzio gli

strani movimenti di uomini neri e

senza volto che imperversano

sul percorso della malinconica

esistenza di anime tristi e senza pace.

 

Nelle loro mani, grosse ceste colme di

asprezze e sterili ossessioni, vagano

nella nera foresta senza luce e senza canti

alla ricerca dei frutti dell’Eden,

persi nell’oblio del tempo cercano se stessi

e custodiscono cattiveria ed egoismo con

la grande speranza di tornare a sperare.

 

Nulla si perdona, nulla frena la bieca caparbia

dell’ipocrisia, il vero dono del Signore non è

l’intelligenza ma il sorriso, nulla è più convincente

e ricco di un abbraccio nel nero momento.

 

Intanto passeggio  pensieroso e triste,

e senza volerlo sono giunto

in un luogo d’allegria, una taverna.

 

Da essa provengono urla gioiose simili

a scoppi di petardi, il nero nettare delle

vendemmie offusca la mente e fa cadere

i veli della compostezza, rintocchi di bicchieri

fra un brindisi e l’altro fa intonare agli avventori

strane e confuse melodie.

 

Intanto l’alba si avvicina portando con sé luce e gocce

di rugiada,  la mia bocca fumante del fresco

riverbero mattutino sorride al pensiero di una notte

trascorsa insonne, ma proficua, finalmente

ho compreso che il miracolo della vita è la vita.

 

This entry was posted on mercoledì, settembre 11th, 2013 at 16:11 and is filed under poesie personali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

1 Commenti

  1. Ciro Sorrentino Scrive:

    “…finalmente ho compreso che il miracolo della vita è la vita…”:
    l’aver osservato il mondo, e di esso l’ipocrisia e le finzioni, i dolori nascosti nelle false ed effimere gioie, conducono l’io che osserva ad estraniarsi a tanta meschinità e al misero trascinarsi nella bieca esistenza.
    Con stima,
    Ciro Sorrentino

    ... on July settembre 13th, 2013

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