Le Stagioni
Le Stagioni
Bramosi e irriverenti uomini incompresi
sfoggiano strani e deliranti pensieri,
collera e sudiciume si alternano nei loro
cuori silenziosi e assenti, incuranti delle
stagioni che imperterrite si susseguono
con incessante regolarità.
L’inverno gelido e freddo avvicina i cuori
e il camino con le sue fiamme scoppiettanti
e i suoi tepori rende l’aria complice di
dolcezze e passioni assecondando ricordi
lontani e felici, le tormente ventose e
pungenti sono complici dei nostri abbracci
e delle nostre frasi d’amore.
Il sopraggiungere della primavera risveglia
infiniti germogli e colori briosi, e le api con
le loro scorribande da un fiore all’altro
svolgono con gioia il loro compito.
Papaveri rossi e prepotenti mostrano
orgogliosi il loro colore e la loro moltitudine
rende i prati come maree ondeggianti sorvolati
da mille e mille farfalle variopinte.
L’estate con il suo accecante sole invoglia
all’inerzia e l’immane fatica di muoversi
sbrodola sudore, il bere incessante crea
sollievo e i ripetuti sorsi sembrano impotenti
di fronte all’arsura afosa e opprimente.
L’autunno, forse il più bello, il più tenue e delicato.
Tanti sono i suoi colori pacati ma ammalianti.
La vendemmia, il mosto, le foglie che nel cadere
salutano con gratitudine i grandi alberi che hanno
dato loro la vita, ed il via vai delle piccole e laboriose
formiche che con pazienza raccolgono quanto gli
occorre per il lungo inverno.
Che meraviglia, come può l’uomo non amare tutto
ciò, come può esaurire la sua esistenza fra inutili
fruscii e mormorii insulsi, grettezza e collere
immotivate, rendendo le stagioni inutili e odiose,
forse non è ancora troppo tardi, l’umano non può
perdere l’occasione del riscatto, del perdono, della
comprensione, della tolleranza, i percorsi della vita
li tracciamo noi con il nostro comportamento.