L’ irriconoscente

 

 

Vil fu codesto e irriverente saluto,

ironia e scherno nel prostrarsi

 innanzi alla mia semplice presenza,

con modo effimero e buffo,

col largo e sgargiante cappello

che stretto nelle sgarbate mani

rotea tutto intorno quasi a creare spazio

fra me e lui, ma tal gesto è più goffo

che impertinente.

 

Non fu mia tale scanzonata macchietta,

ma frutto del senno di uno stolto

che ingrato e corto di memoria

quasi scorda qual mano si prodigò per

alleviar dolori e fame, e le molteplici pacche di

conforto sulle sue curve spalle furono

di gran sollievo a tal perfido e malizioso individuo.

 

Vita dunque insegna che far del bene

e dover dell’animo

 non del soggetto che ne abbia beneficio,

perché se così fosse

il male sarebbe forte e copioso,

 e il cuor di chi conosce  povertà e il cuor

di un ricco mercante le cui merci più preziose

son carità e comprensione.

This entry was posted on lunedì, agosto 19th, 2013 at 18:38 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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