Torbida acqua
Con gli occhi chiusi e con un complice
e irreale silenzio la mia mente vaga
fra mille e mille pensieri,
a volte sublimi a volte torbidi,
come l’acqua del ruscello
che in tempi remoti correa copiosa,
felice e tinta di blu, di tanto in tanto
lambiccando la sponda rubava un fiore
colorato e consenziente, quasi grato per
quell’inaspettato viaggio.
Ora le sue scarne acque scorrono lente e grigie,
strani malinconici oggetti colorati e
dalle infinite forme
riempiono il suo percorso irritando la sua purezza,
testimoni silenti dell’umana presenza.
Gorgoglii e piccoli vortici
spingono all’insù macchie gialle e variopinte,
e le interminabili bolle dalle insane virtù adescano
gli ignari abitanti delle sue moribonde acque
rubandone la vita fra lente agonie e
tristi rassegnazioni.
Quanti ricordi e quanti viaggi nel mondo che non c’è più
hanno percorso i nostri cuori,
adagiati sulle sponde dell’azzurro fiume
nacque il primo amore, le prime promesse, le prime gioie,
e poi le prime deludenti sensazioni,
quel che resta è solo un torvo sentore
di infinita tristezza.
L’addio è stato meno crudele dei rimpianti e la complice acqua
trascina nel suo mortificante percorso
quel che resta di un amore perduto.